15^ Tappa del 93° Giro d'Italia

Mestre


 

Mestre replica in partenza di tappa, tredici anni dopo la prima volta al Giro, legata a Mario Cipollini, vincitore al Lido di Venezia, che ripartì da Piazzale Leonardo da Vinci, in terraferma, in maglia rosa. Mestre città di terra ma anche d’acqua, affacciata sulla laguna di Venezia e collegata direttamente al mare da una rete di canali e fiumi. Una città che accosta la zona industriale di Porto Marghera - in cui convivono la chimica, le raffinerie e le attività portuali, cantieristiche e terziarie - al turismo e alle infrastrutture, struttura attuale di una realtà urbana che vanta un primato: con oltre 36 metri quadrati per abitante è la città più verde d’Italia.

Oltre alle decine di ville venete che la caratterizzano, ai 12 forti del campo trincerato, agli antichi mulini lungo i fiumi Marzenego e Dese, a Mestre sorgono oggi nuovi simboli: l’ospedale dell’Angelo, i nuovi insediamenti universitari. Nello sport Mestre ha regalato diversi campioni: Francesco De Piccoli, oro olimpico di pugilato nel 1960, la scherma con Andrea Borella, Mauro Numa, Dorina Vaccaroni, Andrea Cipressa; il nuoto con Francesca Pellegrini, lì a un passo, originaria di Spinea.

Mestre è patria certa di "risi e bisi", i pisellini freschi degli orti lagunari che sono alla base del brodo di cottura del riso. E ancora, del risotto con la "luganega" (la salsiccia tipica), con la zucca, alla pescatora, con le seppie, con i "gò", nome dialettale del ghiozzo, pesce diffusissimo in laguna. Senza dimenticare le preparazioni "in tecia", il tegame di coccio che valorizza il gusto di capesante, seppie, tonno e anguilla.


 

Monte Zoncolan


 

Scoperta in fondo recente - il Giro d'Italia lo ha raggiunto per la prima volta nel 2003 – il Monte Zoncolan ha fatto subito breccia nel cuore degli appassionati che lo reputano una montagna sacra, alla stregua del Mortirolo. Al debutto lo Zoncolan fu affrontato dal versante di Sutrio, più lungo ma meno diffiicile, e Gilberto Simoni impose la sua legge. Imperioso il suo successo in una giornata che vide l’ultima grande prestazione di Marco Pantani, quinto all’arrivo.

In questa edizione lo Zoncolan è vissuto invece dal versante di Ovaro, già collaudato nel 2007, più ostico nelle pendenze. Il tracciato annota pochi tornanti, per di più stretti e ripidi, che non consentono di rifiatare, intervallati da lunghi rettilinei che tolgono il fiato, visto che pendenze sono spesso superiori al 15%. La tappa del 2007 vide un identico vincitore, Gilberto Simoni, appena dietro di lui il compagno di colori Leonardo Piepoli. Che ne aveva assecondato lo sforzo. Impressionante la cornice di folla di quel giorno, con oltre 100 mila persone salite a piedi a quota 1.750 metri, attraverso il sentiero denominato "Gjalinâr".

Al centro della Carnia, lo Zoncolan abbraccia una serie di montagne di particolare suggestione: dalle Dolomiti Pesarine ai monti Peralba, al Dimon, in una cornice di vette fra i due e i tremila metri di quota. Naturalmente lo Zoncolan è metà turistica anche invernale, con la funivia che da Ravascletto porta gli sciatori in vetta. La cucina tipica carnica va riferimento alla polenta e alle minestre, con pane raffermo e aggiunta di farinate. Le due minestre classiche sono quella di fagioli e la jota.